giovedì, novembre 27, 2014

Ostinata


Ultimo post il giorno del mio trentesimo compleanno, accidenti,
la vita come corre! Il tempo come fugge! Le serie da guardare in tv quante sono!
Sono circondata dai miei gatti, nel bel mezzo di un'influenza epica, con mia nonna che lotta in ospedale per vivere. Migliora giorno dopo giorno. 
La mia famiglia è unita, la veglia e la fa ridere. Io non posso andare a trovarla proprio a causa di questa invasione di muchi e virus che mi ha colonizzata. 
Ma non importa che io sia fisicamente con lei. Ogni sera le accarezzo la mano. 
Dentro sento la stessa cosa che ho sentito quando sono stata ricoverata io, quasi quattro anni fa (quattro anni! La vita come corre! Il tempo come fugge! I dischi da scaricare quanti sono!), e poi lo scorso gennaio quando sembrava che mi fossi ammalata di nuovo, e poi a marzo con il mio problema al dente; dentro sento la stessa cosa che è come una pozza di colore, 
uno stagno d'acquerello, che si espande e prende le braccia, le mani, il petto.
Ora, non so se sia la speranza. E' qualcosa di più forte. E' la certezza che tutto andrà per il meglio. 
Che la vita ci sostiene in ogni momento. 
Quando dico ai miei amici che non devono avere paura di nulla, che anche i momenti difficili sono meravigliosi e rappresentano delle occasioni inestimabili per crescere, per approfondire, per capire meglio noi stessi e per realizzare ciò che vogliamo al meglio,  mi dicono che sono pazza, pensano che sia viziata, che io non abbia sofferto abbastanza per poterne parlare. 
E' proprio il dolore che ho provato nella vita e che mi capita di provare tuttora che mi fa essere convinta di quello che dico.
Senza il dolore non potrei spremere tutta la bellezza da ogni momento della mia esistenza.
Non potrei scriverne, non potrei immaginarla.
Stare bene ed essere felici nonostante le difficoltà fa molta paura.
E' rincuorante crogiolarsi nel buio perché lasciar perdere non richiede coraggio. 
Sperare fino in fondo è dura; significa fare i conti ogni momento con la nostra parte più oscura, lottarci e combatterla.
Si esce dalla battaglia feriti, ammaccati e sanguinanti, però felici. E il momento dopo si ricomincia. 
Non so come parlare di tutta la meraviglia che mi circonda. 
Del mio passato, delle colline, della musica, dei tappeti che ho visto nelle case che ho amato, delle cose che ho vinto, delle strade, della nebbia, della luce del sole sul mare, degli animali. 
E' qualcosa che tracima. 
Dei letti degli ospedali, delle sagre paesane, delle città, degli album da colorare, della disperazione, del sentirsi persi, fuori dai giochi, in ritardo, senza scopi. 
Del bucato la domenica mattina e delle erbe aromatiche nei cespugli in giardino.
C'è così tanto di tutto in questa vita, ci sono talmente tante strade. 
Che non ci si può che sentire già pieni in partenza, di una fame che invece di saziarsi, si autoalimenta.

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